lunedì, giugno 28

C'ERA UNA VOLTA


Qualche tempo fa Simone postò questo link, un storia raccontata da chi era presente negli anni della trasformazione da bici da velodromo a squisitamente bici urbana, utilizzata da bike messengers cui serviva una bici cruda, veloce e resistente, senza stare continuamente a registrare freni, cambio, riaddrizzare ruote e che ti spingesse ad andare più veloce.
Il tizio che racconta è Mortimer del negozio berlinese KEIRIN BERLIN.

"Ricordo nel 1993 quando andai alla prima Cycle Messenger World Championships (CMWC) a Berlino; non ero ammesso alla partenza; per partecipare bisogna essere un bikemessenger da almeno sei mesi, e io ho iniziato appena 2 mesi fa, ma questa è un’altra storia… Tornando al 1993, avevo sentito alcune voci su dei ragazzi che correvano senza freni, ma pensai… sì va bene…

Qualche anno dopo al CMWC del 1996 a San Francisco, c’era una gara dedicata alle queste bici usate nei velodromi… divertente no?!

Nel 1997, invece, Kevin di NYC organizzò a Barcellona la prima gara di skid del CMWC, cera odore di gomme bruciate, sembrava stupido, ma eravamo incuriositi, pensavamo che quei ragazzi fossero pazzi…

Nel 1998 ho lasciato Berlino, prima per fare il messenger a Londra, quindi, dopo l’ECMC a Graz sono arrivato a NYC e con la mia bici a Montreal per il naccc’s north american cycle courier champs). Da lì sono andato a Toronto, per stare con i miei amici tedeschi Kamaal e Xander. L’estate del 1998 è stata un buon momento per le fisse a Toronto. Keith del courier Cavern trovò una serie di telai Coppi da pista e cominciò a venderli agli amici messenger. Io purtoppo non avevo soldi per acquistarne uno…

Mi spostai da Toronto a Washington D.C. per il CMWC e lavorai lì per qualche mese. Stavo bene a DC ma il mio pensiero fisso era NYC…

Così sono saltato sul bus per Chinatown, ho trovato un lavoro al Velocity sulla east 14th passando le giornate con James Bolger che mi ha raccontato ed insegnato tutto delle biciclette da pista.

C’erano anche Slacker Tim, Fast Eddie and Kevin che mi convinsero a prenderne una…

Quando tornai a Berlino per 3 settimane, nel settembre del 1998, chiamai un vecchio amico ex corridore, che mi diede una bici per 50 marchi tedeschi (circa 25 euro). Era un telaio Diamant da pista della Germania dell’est, con guarnitura Campy, curva e attacco Cinelli, e mozzo Renak della Germania dell’est. Appena tornato a NYC ho montato le ruote con i copertoncini. Non ancora convinto al 100% dissi a James che sarei andato al parco a provarla nel week end… James mi disse che sarei dovuto semplicemente andarci un giorno al lavoro… “è facile, vedrai”… Seguii il consiglio e ne fui catturato, era l’ottobre del 1998! Non ho mai avuto il freno anteriore sulla mia bici, non ho mai pensato di metterlo…NYC era perfetta in quel periodo, quando vedevi qualcuno sulla bici da pista ti salutava. Era una scena metropolitana fantastica. Ricordo i rasta oldschool che lavoravono da Velocity. Scarponcini timberland, flat pedals, pignone grande senza atteggiarsi. Sì Sì, dei giorni fantastici…

Nel 2001 mi spinsi a Tokyo per pedalare attraverso l’Asia sulla mia Cannondale da pista. A Tokyo c’era solo un ragazzo con una fissa, ma non era un messenger. Nessuno voleva andare alle gare di Keirin, ma io ci sono andato e l’ho amate… Pedalai da Tokyo ad Osaka, presi un traghetto per Shanghai, pedalai sulla costa fino ad Hong Kong, attraverso il Vietnam fino ad Hanoi, quindi sulla strada per Saigon lungo la costa, attraverso la Cambodia fino a Phnom Penh. Presi una barca (faceva troppo caldo per pedalare) fino a Siem Reap, e da lì andai a Bangkok… Tutto con un bagaglio di 20kg e senza freni, con un mozzo flip flop che non ho mai girato perchè avrei dovuto togliere tutto il portapacchi; troppo complicato. E’ stata un’esperienza che non vorrei dimenticare e che mi piacerebbe ripetere… un giorno! Così le persone che mi dicono che sono matto o che definiscono pazzi quelli che guidano le fisse su strada, dovrebbero provare a fare lo stesso con qualsiasi tipo di bicicletta, lo stesso..

Tornai a NYC dopo il 9/11 e lavorai lì fino al 2003, quindi ho aperto il negozio a Berlino nel 2004; eravamo una manciata a girare con le bici da pista. Andammo da Kyotoloco a maggio del 2004 quando i telai da keirin costavano ancora tra i 5000 e i 1000 yen e quasi nessuno li usava per pedalare in strada.


Nel 2005 tornai a NYC per il CMWC e per lavorare ancora come bikemessenger. La moda delle fisse esplose, ognuno girava su una bici a pignone fisso, la maggior parte erano bici da strada convertite o bici economiche già assemblate. I non-messenger cominciarono a sprintare con noi fino al semaforo successivo; il quartire di Williamsburg era pieno di gente che camminava lungo Bedford Avenue, con la ragazza da una parte e la bici dall’altra… Quando sono tornato a Berlino, molta gente si era interessata al fenomeno, ma mai mi sarei aspettatto che impazzissero così…

Personamente penso che il fenomeno della fissa non sia passeggero, non è solo una moda. Queste bici sono così belle e semplici, che ogni amante delle biciclette ne vuole una, giusto per averla, o per ammirarla come un pezzo d’arte appesa al muro…"

via CINELLI TRUE STORIES

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